Facendo un po’ i conti dopo la recente uscita del Nexus One, il tanto sbandierato Google Phone, ci si accorge che, rispetto ai numeri di iPhone o del Motorola Droid (qui in Europa, milestone), qualcosa è andato storto. Google ha puntato totalmente sul suo marchio senza dar peso alla commercializzazione diretta, contato solo sui rumors creati in rete ed appoggiandosi al solo fatto di essere una vera potenza. Rimangono ancora alcuni lati da sanare da parte di Google, primo su tutti, è la frammentazione della propria offerta e la creazione di qualcosa che fronteggi lo stra potere di iTunes e che possa integrarsi alla perfezione nelle prossime release di Android, in attesa di un GoogleTunes che possa far schizzare in alto Android e Google
Il modello su cui si basa Google, alla lunga probabilmente sarà vincente, e non perché l’azienda potrà guadagnarci nell’immediato, ma solo perché, puntando a far diventare Android lo standard de facto degli smartphone, Google punta ad offrire i suoi servizi ad una clientela più omogenea e completamente integrata nei suoi servizi di pubblicità. La mossa è sicuramente azzardata ma questo non vuol dire che debba essere perdente, Microsoft del resto, nel suo passato, riuscì a far entrare un PC in ogni casa, rendendolo, quella che viene definita una commodity, e permettendo a se stessa di equipaggiare ognuno di questi PC con un suo sistema operativo, diventando il colosso che è oggi.
Il problema, attualmente, è che Google, punta troppo solo al suo obiettivo, ed essendo stata (e lo è tutt’ora) una potenza incontrastata, rischia di rimanere completamente tagliata fuori da segmenti di mercato che possano incanalare altri segmenti ben più importanti. Dimenticando l’utente medio, Google dimentica quel che fa la differenza fra un successo e una sconfitta. E’ questo il caso di iTunes per Apple, che è riuscita a mettere a segno forse il più grande colpo della sua storia, rendendo questo prodotto lo standard per il mercato della musica, in cui aziende che hanno come unico business la musica, scelgono di investire unicamente su questa piattaforma di distribuzione. Su Android, naturalmente, possiamo fare qualsiasi cosa, acquistare musica da Amazon, scaricare Podcast grazie a Listen e molto altro ancora. Ma la quantità di queste applicazioni cosi frammentate, svelano forse la poca maturità di alcuni punti poco sviluppati da Google, che non ha immaginato di integrare (ancora) un servizio che contenga tutte le caratteristiche, e molto ancora, offerte invece da iTunes.
Google, creando un sistema multimediale integrato, multi piattaforma e competitivo come solo lei è capace, potrebbe scavalcare il grande gradino che la separa dagli utenti meno “smanettoni” ma che, probabilmente, sono il mezzo migliore per espandere a macchia d’olio Android, rendendolo uno standard apprezzato e su cui le aziende, sicuramente, decideranno di investire
[liberamente tratto da: starksilvercreek]